“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Trovo queste straordinarie righe – attribuite in origine al Pastore Niemüller e riferite al vento nazista che cresceva in Germania nella generale indifferenza – particolarmente illuminanti per il nostro tempo. Ed anche per la giornata di oggi in Italia e in Europa.
Speriamo che il sonno della ragione, la comoda scappatoia del “voltarsi dall’altra parte”, la cinica propensione a trovare sempre una giustificazione per non fare il proprio dovere non prevalgano.
Nulla può giustificare la pigrizia della volontà e nessuno può dire, dopo, che “non lo sapeva”.