Il Gruppo parlamentare di Democrazia solidale non ha votato la mozione del Pd in materia di Banca d’Italia, approvata ieri alla Camera.
Abbiamo ritenuto che il testo, pur riequilibrato rispetto all’inizio su richiesta del Governo, potesse prestarsi a interpretazioni non conformi a quanto, in materia di nomina del Governatore, è previsto dalle norme e richiesto dal principio di indipendenza dell’Istituto.
Il Parlamento può ovviamente esprimere valutazioni anche critiche sull’operato della Banca d’Italia, ma non è suo compito avanzare indicazioni o auspici che possano assumere il senso di un’indebita interferenza nel processo decisionale a riguardo del suo vertice.
La Legge, non a caso, dopo le vicende del 2005, ha superato la nomina a vita del Governatore ma ha previsto una specifica procedura a garanzia assoluta della indipendenza della Banca d’Italia.
Preoccupa la sensazione che si sottovaluti la delicatezza di questi meccanismi, resa ancor più evidente dal nuovo contesto europeo.
È accaduto anche con la decisione (alla quale pure non abbiamo aderito) d’istituire un’improbabile commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche negli ultimi mesi di legislatura e alla vigilia della campagna elettorale.
Non è in questo modo che la politica può recuperare il suo primato e il suo ruolo guida.
Sarebbe necessaria da parte di tutti maggiore cautela e non guasterebbe neppure una robusta iniezione di spirito istituzionale.