La proposta di ” #180secondi la tua idea per il Trentino ” lanciata per sabato 6 dicembre al Sanbapolis di Trento ha suscitato tantissimo interesse.

Segno che il bisogno di ritrovarsi a discutere di politica e di Trentino, in un momento così incerto e delicato per tutti, e’ diffuso e profondo.
L’iniziativa ha provocato anche dietrologie e fibrillazioni dentro e tra i partiti.
Non mi meraviglio, anche se trovo veramente strampalate alcune congetture che tendono a trascinare l’evento di sabato nel pantano dei tatticismi in vista delle elezioni comunali o dei regolamenti di conti di vario genere.
Segno questo, invece, di una insicurezza che porta a vedere nemici immaginari e possibili competitori ovunque; brutto segno, se posso dire.
Dunque è del Trentino, e del Trentino nel contesto di cambiamenti epocali, che vogliamo parlare.
Di un Trentino che non rinunci a essere terra di innovazione, capace di fare cose importanti anche per il resto del Paese.
Un Trentino che punti a uscire dalla grande crisi attraverso la coscienza che i modelli di prima non possono essere una soluzione; serve inventare una nuova filosofia dello sviluppo e un nuovo umanesimo democratico.
Per questo abbiamo a disposizione la nostra ” costituzione materiale ” (i valori civili, le varie forme di cura dei beni comuni, tipici della tradizione alpina, la diffusa micro autonomia, lo spirito di cooperazione, il tessuto connettivo delle relazioni solidali) e possiamo contare sugli ” accumulatori di futuro ” ai quali, con fasi alterne ma senza mai tornare veramente indietro, stiamo lavorando da mezzo secolo almeno (la formazione, la ricerca, l’apertura internazionale, la attrattività di cuori e cervelli da tutto il mondo, la cultura intesa come filigrana connettiva di un rapporto adulto con la modernità).
È attorno a questo orizzonte, oltre che sulla base dei trattati giuridici, che l’Autonomia può ambire a non essere ” provvisoria ” (per riprendere l’interessante provocazione contenuta nell’articolo del Direttore Faustini) ed è ancora cimentandosi con queste mete e non con la pura contabilità del potere o del consenso immediato che la politica potrà recuperare il suo ” senso “, come auspicato da ultimo nel coraggioso documento diffuso ieri dalla Chiesa Trentina.
Penso infine che sia solo su questo spartito che può riproporsi anche la forza trainante e convincente di un centro sinistra trentino plurale ma unito, glocale, innovativo nei contenuti, nelle forme organizzative e nei linguaggi; capace – con i suoi alleati politici e con i suoi riferimenti sociali e civili – di interpretare anche nel nuovo scenario l’architrave politica di una visione del Trentino aperta e dinamica.
Oltre i rischi sempre presenti del localismo e oltre la semplice riproposizione delle forme politiche nazionali.
Per questo, sarà importante aprire sabato un cantiere di pensiero vero, che si dia metodi, strumenti e tappe temporali di medio e lungo periodo. E dentro questo cantiere aperto, i partiti nella loro autonomia vedranno come affrontare il tema del loro futuro.