Mai come in questo passaggio, il Presidente Mattarella merita stima, solidarietà e vicinanza, difronte alla campagna di odio che i nuovi cattivi maestri gli hanno scatenato contro. Salvini e Di Maio non hanno ancora iniziato a governare e già hanno inferto un duro colpo all’equilibrio democratico, alla tenuta finanziaria ed alla credibilità internazionale del Paese. I duri sacrifici fatti dagli italiani in questi anni vengono così buttati alle ortiche, immolati sull’altare di una mitologia populista senza visione, senza futuro e senza competenza. L’emergenza democratica è reale e non va sottovalutata, così come non va sottaciuto il rischio mortale che il Paese di Alcide Degasperi e di Altiero Spinelli finisca fuori dall’Europa, utile idiota nelle mani di chi – a Est e all’Ovest – l’Europa la vuole uccidere. Stare con Mattarella è dunque stare con la nostra storia, la nostra democrazia e l’Europa. Una scelta di campo, come quella, mutatis mutandis, del 1948. Se il cinismo e l’insipienza portassero il Paese a nuove immediate elezioni, occorrerà – per questo passaggio – superare sigle e appartenenze passate, attuali e future e chiamare a raccolta tutti gli italiani che non intendono concorrere a questa deriva.