Dicono bene i Vescovi: bisogna interpretare il voto del 4 marzo. Ciò vale in primo luogo per chi, come noi, ha perso di brutto le elezioni. Se poi sia, come dicono loro, un voto per il cambiamento oppure, come io temo, un voto di paura proprio verso il cambiamento, sarà solo il prossimo futuro a dirlo. Nel frattempo, forse, i Vescovi potrebbero provare a far capire a Di Maio la differenza che esiste – ovviamente sul piano che loro compete – tra il principio del ‘bene comune’ testimoniato dal sovra citato Alcide Degasperi e la somma degli interessi individuali, conditi con una salsa di populismo e fuori da ogni realistica possibilità di soddisfazione, che sembra invece il filo conduttore del successo grillino. Suggerisco a questo proposito la lettura dell’ultimo saggio di Lucio D’Ubaldo che non a caso ha come titolo ‘Degasperi l’anti populista’.