La domanda di più sicurezza da parte dei cittadini e’ avvertita e diffusa anche in Trentino.
Ad essa è inutile rispondere con slogan e parole grosse. La politica non può essere solo un megafono che amplifca le paure ma deve sforzarsi di dare risposte concrete e realizzabili.
Se i cittadini si sentono poco sicuri nelle loro abitazioni e negli spazi pubblici, devono essere certi che la politica si prende a cuore questo problema.
E devono essere certi che anche gli organi della nostra Autonomia se ne occupano, perché essa esiste proprio per affrontare e risolvere tutti i problemi dei cittadini.
Anche attraverso intese e forme di collaborazione con lo Stato.
E’ questo il caso dei problemi della sicurezza, che ricadono principalmente nelle competenze dello Stato, ma che possono e anzi devono essere affrontati in piena collaborazione anche con la nostra Provincia e con una sua maggiore responsabilizzazione istituzionale.

Per questa ragione, noi proponiamo di lavorare ad una Norma di Attuazione dello Statuto che preveda un patto operativo tra Stato e Provincia in materia di sicurezza, rafforzando quanto previsto nella risoluzione adottata il 24 gennaio scorso dalla Conferenza Unifcata Stato, Regioni, Enti Locali.

I punti principali di questa Norma potrebbero essere i seguenti.

1. Concorso finanziario della Provincia per rafforzare e qualifcare gli organici e l’operatività delle forze di Polizia dello Stato sul nostro territorio; mantenere e completare la rete delle Caserme dei Carabinieri sul territorio; potenziare la dotazione di mezzi e attrezzature per le forze di Polizia.

2. Intesa per una maggiore integrazione operativa tra forze di Polizia dello Stato e Polizia Locale al fne del presidio del territorio sopratutto nelle ore serali e notturne. Ciò presuppone di proseguire nel progetto provinciale di riorganizzazione delle Polizie Locali in ambito comunale e distrettuale e di formazione degli operatori.

3. Accordo per la attivazione di tutte le tecnologie innovative disponibili per la vigilanza dei luoghi pubblici più a rischio e gestione coordinata delle relative banche dati.

4. Collaborazione sistematica con le imprese private che svolgono lavori connessi direttamente o indirettamente con attività di vigilanza.

5. Tavolo permanente per il monitoraggio dei fenomeni di penetrazione nel territorio di episodi di criminalità economica, con la partecipazione del mondo del credito e delle associazioni imprenditoriali.

6. Defnizione di ambiti ulteriori di collaborazione per la gestione del Carcere di Trento, in particolare per interventi a carattere formativo e sociale che riducano il rischio di recidive.

7. Messa in campo di iniziative per il recupero alla piena fruizione comunitaria degli spazi pubblici oggi più a rischio, attraverso la collaborazione di enti pubblici, imprenditori e organizzazioni della società civile; adozione da parte dei Comuni di nuovi standard di valutazione dell’impatto sulla sicurezza nei provvedimenti di pianifcazione urbanistica e di regolamentazione delle attività.

8. Collaborazione inter istituzionale per il potenziamento dei programmi di educazione civica e di inclusione sociale, allo scopo di rafforzare la cultura della legalità e del rispetto della cosa pubblica.

9. Accordo per più effcaci misure gestionali nel campo della accoglienza di stranieri in attesa di asilo o aventi già ottenuto il diritto di asilo, allo scopo di accrescere il loro inserimento in programmi di formazione e di attività socialmente utili e di ridurre il rischio di scivolamento verso le reti di micro criminalità.

L’obiettivo dovrebbe essere che tutti i richiedenti asilo siano occupati in tali attività, possibilmente come misura obbligatoria e non facoltativa.
A ciò potrebbe aggiungersi una collaborazione specifca della Provincia per la concreta esecuzione dei provvedimenti di allontanamento dal territorio trentino degli ospiti che violino le regole comportamentali previste.

10. Potenziamento delle misure pubbliche a sostegno delle vittime di reati più diffusi, come i furti in appartamento e delle iniziative di giustizia riparatoria previste dall’ordinamento giudiziario vigente, in collaborazione con le organizzazioni del Terzo Settore.