La campagna elettorale inizia sotto due segni molto pericolosi, tipici di un sistema politico con un deficit di senso delle istituzioni.
Il primo: l’attitudine diffusa a sparare proposte spot, prive di coerenza generale, irrealizzabili o incompatibili con le risorse ragionevolmente disponibili. Cetto La Qualunque, al confronto, appare uno statista. Le forze politiche alla ricerca di consenso responsabile e non di effimera tifoseria non devono aver paura di essere in radicale controtendenza.
Alla politica serve un recupero di credibilità e di moralità, che non è solo “non rubare” ma anche non raccontare bugie e non giocare con le paure e le speranze dei cittadini. Ogni proposta seria deve essere accompagnata dalla indicazione della sua fattibilità e di una copertura finanziaria non affidata a fantasiose fumisterie.
Una forza politica seria deve scommettere sulla serietà dei cittadini. Nonostante il rancore diffuso, l’incertezza dominante, le difficoltà di questi anni, occorre avere fiducia che una parte non secondaria del Paese è ben cosciente di come stanno le cose e dei rischi che si corrono affidandosi ai ciarlatani.
Il secondo segno che sta prevalendo è la sistematica proposta di abrogare le principali riforme fatte dai governi precedenti o in carica.
Solo negli ultimi giorni – e la campagna elettorale neppure è formalmente iniziata – l’attuale opposizione ha promesso che, se vincerà, abrogherà la Riforma Fornero, il Jobs Act e la normativa sull’obbligo delle vaccinazioni.
Fantasie irrealizzabili; fumo negli occhi degli elettori. Lo sappiamo bene.
Ma ciò riduce – anche nella percezione delle altre cancellerie europee e degli osservatori internazionali – la credibilità e l’affidabilità del Paese.
Perché un Paese che si lacera ogni cinque anni attorno alla possibile abrogazione di faticose riforme strutturali già varate e non ancora del tutto sperimentate, ben difficilmente può apparire credibile e affidabile.
La lista Civica Popolare intende concorrere a evitare al Paese il rischio di queste derive.