CAMERA DEI DEPUTATI – DICHIARAZIONE DI VOTO
Signora Presidente,
in questo lungo e allucinante dibattito, scandito dall’ostruzionismo grillino, abbiamo sentito di tutto e di più.
Per ore e ore, i vari tribuni intervenuti ci hanno via via informato che, per loro, “fascismo e antifascismo” e’ come “guelfi e ghibellini”: una dicotomia priva di senso e di valore.
Ci hanno propinato reiterate e ripetitive banalità volgari e ridicole.
Hanno espresso valutazioni offensive nei confronti di galantuomini come Nanni Bazoli, il profilo morale del quale si pone su livelli per loro inaccessibili.
Ci hanno parlato delle banche come i luddisti parlavano delle prime macchine industriali all’inizio del diciannovesimo secolo.
Ci hanno intasato le orecchie con il mantra dei “soldi pubblici dati alle banche”, anziché ai cittadini e ai poveri, come se esistesse un fortunato “signor Banche Venete” destinatario di mirabolanti provvidenze, quando invece tutti sanno che i beneficiari dell’intervento pubblico sono il sistema economico e il tessuto comunitario del territorio, ivi compresa quella parte di cittadini che aveva affidato a queste banche i propri risparmi; la parte intendo che merita tutela.
Hanno ricoperto di insulti – dando loro dei ladri – i deputati che sostengono questo decreto, offendendo così non solo la moralità dei colleghi ma anche le storie politiche e sociali che molti di essi rappresentano in quest’Aula.
Storie politiche e sociali di fronte alle quali le loro – parlo dei figuranti della Casaleggio e Associati – scompaiono nella nebbia di un nulla vestito di pura retorica.
Dunque, abbiamo sentito di tutto e di più.
Una sola cosa non abbiamo affatto sentito.
Una cosa semplice semplice.
Cosa succede concretamente se questo decreto non viene convertito?
Cosa succede nella vita concreta delle famiglie e delle imprese del territorio?
Cosa succede per il sistema del credito italiano?
Altro tema è quello delle responsabilità dei gestori, che vanno certamente accertate.
Altro tema ancora e’ il giudizio sul passato: se si poteva fare prima e meglio. Certamente si. Il collega Tabacci, a nome nostro, ha illustrato ieri le nostre perplessità al riguardo.
La Camera però deve decidere, qui ed ora, di fronte alla situazione data.
E’ su questo terreno concreto, reale che si gioca la responsabilità del nostro voto.
E nessuna retorica tribunizia può sfuggire a questo dato di fatto.
La cosa semplice semplice che non ha trovato spazio nel profluvio di parole sentite è che se questo decreto non venisse convertito, per i cittadini e le imprese del territorio e per l’intero sistema creditizio italiano sarebbe un disastro di proporzioni gigantesche.
Un collega grillino oggi ha affermato qui che l’Italia starebbe meglio senza banche.
Lo lasciamo coltivare questa rispettabile opinione, ma noi preferiamo stare con i piedi per terra e dunque voteremo a favore del provvedimento.
Se il M5S dovesse sciaguratamente andare al governo del Paese, si renderà forse conto che quando si esercita la responsabilità del governo, quando si è in maggioranza, tenere i piedi per terra e’ regola piuttosto essenziale.
Anche se – come in questo caso – può non essere del tutto agevole.
Grazie.