Care amiche e cari amici,
eccoci dunque alla fine della primissima fase del nostro percorso: la campagna elettorale. Anche se è veramente arduo interpretare l’umore della gente, soprattutto in questo momento, siamo tutti fiduciosi in un buon risultato elettorale; i segnali non sono affatto male.
La credibilità delle persone che si stanno impegnando in questo nuovo progetto ha compensato i problemi di comunicazione di un simbolo nuovo in assenza di tempo e di soldi a disposizione.
Dunque, confidiamo in un buon risultato ma non abbiamo bisogno di attendere i dati per sapere che, sul piano della politica e della originalità della proposta, noi abbiamo già vinto.
Abbiamo già vinto perché la politica è immaginare il futuro e costruirlo. E noi, questo abbiamo fatto.
Noi non avevamo ne un’icona nazionale ne’ un potere locale, ma avevamo ciò che gli altri non avevano: un’ idea originale per forma e per contenuti. Un’idea di prospettiva.
Tanto che, attorno a questa idea, simboleggiata dal concetto del “Cantiere”, alla fine si è concentrata grande parte del dibattito politico.
Ringrazio veramente di cuore tutte e tutti per la generosità e la qualità del percorso fatto in questo mese: per me è stato un grande onore condividerlo.
Dicevo infatti all’inizio che si conclude solo la primissima fase del nostro percorso. Il Cantiere è solo al principio e domani sarà solo la prima tappa di un cammino.
Numerose e autorevoli persone (l’appello diffuso ieri era solo l’avanguardia) sono interessate e disponibili ad accompagnare il nostro progetto. In tante realtà locali (e, devo dire, anche fuori Trentino) si sta guardando a noi con curiosità e anche con una certa speranza.
Un solo rammarico: abbiamo presentato sia nelle Circoscrizioni sia in Comune liste molto qualificate, con un numero di persone di grande valore che sarà ovviamente impossibile veder tutte elette nei rispettivi consigli.
Del resto, come sappiamo, i meccanismi elettorali sono per definizione in parte imprevedibili.
Ma, per l’appunto, il Cantiere si continuerà a costruire sia dentro le istituzioni, sia soprattutto nella società.
Abbiamo toccato con mano in queste settimane le grandi risorse ma anche le grandi fragilità della nostra comunità e abbiamo avvertito una inquieta domanda di “senso” e di relazione che interroga anche la politica.
Noi ci siamo messi in gioco proprio per tentare una risposta e ciò non si può esaurire in un momento pur importante come quello di domani.
Grazie
Lorenzo Dellai