CAMERA DEI DEPUTATI 22/10/2014
DIBATTITO SULLE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DI FINE OTTOBRE
Intervento dell’on. Lorenzo Dellai, Presidente del Gruppo Parlamentare Per l’Italia
Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio,
a nome del gruppo Per l’Italia, annuncio il voto a favore sulla risoluzione di maggioranza.
Ma, al di là di questa doverosa ritualità, vogliamo cogliere quest’occasione per invitare il Governo a proseguire con forza e con determinazione sul percorso teso ad assicurare il contributo italiano alla ricostruzione di un’idea europea esigente ed innovativa.
” Esigente “, innanzitutto, perché vuole recuperare le radici autentiche dell’Europa, sul piano culturale come su quello politico. Le radici dei fondatori, ma anche quelle più recenti che si riferiscono all’ultimo periodo dell’Europa che ha saputo conquistare la fiducia dei cittadini: il periodo di Kohl, di Mitterrand, di Delors, di Prodi.
Dopo è iniziato un lungo, triste declino, di burocrazie e di mediocrità.
Quella che ha impattato con la crisi globale è stata, infatti, un’Europa stanca, fragile smarrita, impaurita, permeabile, pericolosamente permeabile, ai rigurgiti di egoismo nazionalista.
In fin dei conti, è stato questo vuoto di Europa che ha finito con il trasformare la politica del rigore in un’ideologia del rigorismo.
Il rigore finanziario che alcuni abiurano ed altri ripropongono invece come un mantra ideologico – noi non vogliamo fare né l’una né l’altra cosa – è stato una terapia d’urto, in un momento di crisi acuta, una sorta di medicina che, se ha salvato la vita pur debilitando il fisico del paziente, porta però alla morte se riproposta a lungo.
Ed è per questo che noi condividiamo soprattutto una cosa della sua linea europea, signor Presidente, e cioè il suo richiamo, al primato della politica.
Per questa ragione, però, serve un’idea di Europa non solo esigente, come dicevo, ma anche innovativa.
Noi non siamo tra quelli che esortano ad andare a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo, come si dice.
Non siamo tra quelli che profetizzano insane alleanze antitedesche, pensando che bisogna tornare indietro, a chiedere favori per antiche comodità.
Non siamo tra quelli che pensano a tattiche di protezionismo nazionalista, che lasciamo volentieri ai lepenisti in salsa nostrana.
No, noi vogliamo essere tra i fautori di una strategia italiana per una nuova Europa.
E pensiamo che per questa ragione serva visione e realismo.
Sul fronte del realismo, siamo contenti che nella risoluzione di maggioranza sia stata recepita la proposta contenuta in una nostra mozione: l’impegno a perseguire con la Commissione Europea accordi di partenariato di crescita e di occupazione – previsti dal Consiglio europeo del dicembre 2013 – attraverso i quali negoziare forme di flessibilità nei parametri finanziari a fronte di riforme strutturali certe e garantite nei tempi e nelle modalità di approvazione.
Sul fronte della visione di medio e lungo periodo, riteniamo che esista la necessità di nuove idee per una nuova Europa.
Abbiamo visto in questi giorni l’appello di 340 economisti europei per una nuova Bretton Woods, con sette proposte forti, anche provocatorie, se vogliamo: ma è da li che occorre partire.
In quel documento si dice anche ” l’indicibile “, cioè che è impossibile gestire il debito pubblico dei Paesi europei e insieme puntare alla crescita se non attraverso iniziative straordinarie, con un ruolo diverso della BCE e soprattutto se non attraverso la riproposizione di un’etica della solidarietà.
Del resto, un surplus di solidarietà e, dunque, di politica – che in fin dei conti è la stessa cosa – serve anche per altre sfide importanti che l’Europa ha di fronte, che Lei ha accennato nella Sua relazione e che sono state riprese puntualmente nel dibattito, a nome nostro, dalla collega Santerini.
Serve un ruolo attivo e coraggioso dell’Europa per impedire un Medio Oriente fondamentalista e violento, che espelle i cristiani, che minaccia gli ebrei, che opprime la maggioranza dei musulmani laici e moderati.
Serve un ruolo attivo e coraggioso per impedire che questa volta siamo noi «occidentali» ad erigere una sorta di nuovo Muro di Berlino lungo il confine orientale ucraino.
Serve un ruolo coraggioso e lungimirante verso il Mediterraneo.
Colgo qui l’occasione per ribadire la nostra opinione su un punto cruciale. ” Mare Nostrum ” non è una bizzarria da normalizzare nel più breve tempo possibile: è un atto di civiltà europea, è un modo di essere europei.
Signor Presidente del Consiglio,
tra poco, tra un paio di mesi, si chiuderà il semestre italiano. Noi riteniamo che il semestre a guida italiana abbia dato e stia dando, nonostante tutti i problemi, una spinta forte e positiva in questa direzione.
Chiuderà tra due mesi però noi pensiamo che dobbiamo sentirci sempre, ordinariamente, continuativamente, in un semestre italiano.
Se dunque finirà il semestre a guida italiana sul piano formale, non dovrà finire l’impegno del Governo e del Parlamento su questi punti, che sono di lunga prospettiva. Per questa ragione esprimiamo l’auspicio che il Governo si senta impegnato a continuare il suo lavoro lungo l’arco dei mille giorni da Lei evocati.
Infatti, la strategia di riforma del nostro Paese, nella cornice europea, esige serietà, continuità e lavoro di lungo periodo.
Su questa strada, il contributo solidale del nostro gruppo sarà fermo e convinto.