Abbiamo lanciato il cuore oltre l’ostacolo. Abbiamo aperto un grande cantiere.
Abbiamo un cuore solidale e la mente liberale: in una parola, siamo popolari.
E’ finito il tempo di uomini soli al comando, di movimenti elitari, di persone chiuse nel proprio egoismo, di freddi tecnocrati senz’anima.
E’ finito il tempo dei populismi dalla doppia faccia, che cercano di piegare l’interesse di tutti, in nome del proprio.
Non vogliamo più ascoltare monologhi che tutto distruggono e nulla costruiscono.
Non è accettabile, in un Paese segnato da una profonda crisi ascoltare attacchi al Governo Letta mossi solo da interessi politici di parte del tutto estranei all’interesse nazionale.
E’ finito il tempo degli opposti estremismi, gente che coltiva l’odio e semina divisione.
Noi crediamo in un progetto popolare, aperto, arioso, democratico, di tutti, solidale, attento ai bisogni sociali, che restituisca fiducia agli italiani. Un progetto onesto di gente accogliente, declinato con una laicità inclusiva, aperta al dialogo con tutti e ciascuno. Includere, non escludere, per ridare speranza e spazio a tanti.
Noi crediamo in un cantiere in cui tutti siano partecipi di un grande progetto,coraggioso nelle riforme, solidale nel rispondere ai bisogni dei più deboli, amico degli imprenditori, vicino ai bisogni delle famiglie, interprete delle necessità delle generazioni dimenticate. Crediamo in una globalizzazione dal volto umano.
La nostra è una grande scommessa. La vogliamo condividere con tutti gli italiani. Nessuno e’ escluso.
Non vogliamo costruire un nuovo piccolo partito da soli. Sappiamo che ci sono altri cantieri in corso, sopratutto al di fuori del Palazzo: da tempo tanti cittadini e tante realtà associative sognano nuovi scenari per la politica.
Vogliamo superare le nostre attuali appartenenze, di partito e di movimento. Vogliamo inserire questo nostro percorso, che oggi parte in modo irreversibile, dentro una matrice comune da costruire assieme a tanti altri.
Il sistema politico costruito in Italia dal ‘94 sta morendo. Venti anni di Italia bloccata e in declino. La democrazia dell’alternanza è diventata scontro tra due fazioni: al di qua e al di là del muro. Ora il muro sta crollando. Qualcuno si attarda a rattoppare le crepe, invano. Altri vogliono recuperare i vecchi mattoni per ricostruire il muro e poi ereditarlo: noi vogliamo al contrario che il muro cada per progettare una nuova democrazia dell’alternanza di tipo europeo: non più un centro destra (vecchio o nuovo che sia) e un centro sinistra l’un contro l’altro armati, ma una grande area popolare e liberale (non disposta ad alleanze con posizioni populiste ed estremiste) che competa per il Governo, sui diversi progetti di società con l’area di matrice social-democratica. Entrambe pronte quando la storia lo dovesse richiedere a collaborare nel nome degli interessi del Paese come avviene in tutte le grandi democrazie europee.
Ci interessa:
1. Dare il nostro appoggio pieno e leale al Governo Letta perché affronti i problemi del paese e porti a compimento, con il semestre europeo a guida italiana, una radicale correzione della politica europea nel senso del lavoro e della crescita.
2. Concorrere a costruire una Europa unita, solidale che rivendichi il suo ruolo di primo piano nella politica mondiale. Ma sappiamo che per arrivarci l’Europa di oggi deve avere il coraggio di cambiare profondamente se stessa, dismettere l’immagine di una mega burocrazia lontana dai cittadini per attivare circuiti di partecipazione e di democrazia elettiva capaci di riaccendere la passione dei cittadini italiani verso il grande progetto dei padri fondatori. Guai a non cambiare: lo spazio per il populismo antieuropeo aumenterebbe e il sogno degli Stati uniti d’Europa svanirebbe. More Europe è anche la nostra parola d’ordine.
3. Aggiornare i valori sociali e politici del campo popolare, senza nessuna tentazione nostalgica, mettendoli al servizio di un grande progetto di rilancio della democrazia e dell’economia italiana. Senza un nuovo senso della democrazia comunitaria, capace di sconfiggere la deriva dell’individualismo, il nostro Paese non sarà in grado di valorizzare i propri talenti e di affrontare con fiducia i radicali cambiamenti che lo attendono.
Per questo, oggi parte il nostro cantiere: l’assemblea democratica popolare di oggi proseguirà il suo lavoro in tutto il Paese senza tentennamenti e con determinazione.
1. Saranno garantiti, dopo la rottura voluta da altri, autonomi gruppi parlamentari alla Camera e al Senato.
2. Saranno organizzate Assemblee popolari come questa di oggi in tutte le Regioni, ad iniziare dalla prossima settimana. Il nostro progetto o nasce dal basso o non nasce. Nessuno partirà in posizione di privilegio. Tutte le leadership locali e nazionali verranno scelte con metodo democratico.
3. I parlamentari che aderiscono al progetto garantiranno la conduzione di una breve fase transitoria con metodo collegiale e trasparente. Sarà allo scopo costituita una nuova associazione politica.
4. Dalla prossima settimana saranno al lavoro, coordinati dai gruppi parlamentari, alcuni tavoli di discussione programmatica per preparare quattro conferenze sulla nostra idea di Italia che si terranno al Nord, al Centro, al Sud e nelle Isole sui temi: 1) economia, società e lavoro; 2) ecologia, sostenibilità e sviluppo; 3) riforme istituzionali; 4) Europa, politica estera.